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Ponte Nomentano

Ponte Nomentano - Roma

Il Ponte Nomentano, situato nel quadrante nord-est di Roma, nel quartiere Monte Sacro, è molto più di una semplice struttura che attraversa il fiume Aniene. È un monumento vivente che racconta secoli di storia romana, strettamente legato all’antica Via Nomentana e alla sua cruciale funzione di collegamento con le zone a nord della città. Insieme al Ponte Milvio e al Ponte Salario, era uno dei ponti extraurbani più importanti nell’antica Roma. Con una lunghezza totale di 60 metri e una larghezza di 7,35 metri, il Ponte Nomentano si presenta oggi con un grande arco di travertino, sormontato da una fortificazione merlata medievale, e due archetti di rampa laterali su ciascun versante. È uno dei pochi ponti pedonali di Roma.

Origini antiche e importanza strategica

La prima costruzione del Ponte Nomentano risale all’età repubblicana, tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C.. Originariamente, il ponte fu edificato con blocchi squadrati di tufo, con gli archivolti (la parte inferiore degli archi) in travertino. Era caratterizzato da tre arcate, con quella centrale più grande che sovrastava l’affluente del Tevere, l’Aniene. Gli studi indicano che in origine poteva avere due archi centrali da 15,1 metri di luce separati da un pilone centrale di 6 metri di larghezza con una finestra di piena, e forse altri due piccoli archi laterali per il deflusso delle acque durante le piene. La sua posizione era fondamentale, in quanto superava il fiume Aniene ai piedi della collina del Monte Sacro, un luogo storicamente attraversato dal passaggio delle mandrie transumanti fin dall’antichità. Questo aspetto è anche ricordato da un bassorilievo raffigurante una testa bovina sormontata da una clava sull’arco del ponte, un simbolo legato al culto di Ercole, protettore del commercio e del bestiame.

Distruzioni e Ricostruzioni

Nel corso dei secoli, il Ponte Nomentano ha subito numerose distruzioni, ricostruzioni e restauri, testimoniando una varietà di materiali e tecniche costruttive che abbracciano diverse epoche, dall’antichità al Medioevo e all’età moderna.

  • Epoca Tardo Antica e Medievale: Il ponte fu ricostruito dopo l’invasione barbarica di Totila (516-552 d.C.), re degli Ostrogoti, intorno al 546-547 d.C.. Nel VI secolo, un paramento in laterizi di spoglio fu utilizzato per il restauro in seguito ai danni della guerra greco-gotica.
  • Fortificazioni: Nell’VIII secolo, sotto il pontificato di Papa Adriano I, il ponte venne fortificato con due torri. Queste torri furono ulteriormente rinforzate con muri nel XII-XIII secolo e innalzate sotto Papa Niccolò V (1447-1455), il cui stemma papale è ancora visibile. Oggi, solo una delle torri merlate, che servivano da corpi di guardia per proteggere gli accessi, si conserva.
  • Cambi di Proprietà e Funzione: Nel X secolo, il ponte fu di proprietà del monastero di San Silvestro in Capite, per poi passare nel 1205 alla chiesa di San Lorenzo in Lucina e successivamente al convento di San Pietro in Vincoli, insieme alla chiesa di Sant’Agnese fuori le mura. Nel XV secolo, fu occupato da condottieri mercenari come Niccolò Fortebraccio della Stella, Antonio conte di Pontedera e Paolo Orsini. Durante la Congiura dei Pazzi (1478), fu denominato “Iuxta Casale de’ Pazzis” e divenne possedimento di questa famiglia. Subì numerosi passaggi di proprietà prima di diventare una dogana cittadina nel 1532, il che indica la sua importanza come punto di controllo e riscossione delle tasse sul passaggio. Un altro restauro è stato attribuito a Papa Innocenzo X, il cui stemma marmoreo è affisso su una parete del lato Ovest. Un interessante elemento aggiunto nel XVI secolo, e restaurato a metà del XIX secolo, è un gabbiotto pensile, ovvero una latrina, sul lato a monte.

Eventi storici e aneddoti leggendari

Il Ponte Nomentano non è solo una struttura, ma è intriso di racconti e tradizioni:

  • Incontro Storico: Una tradizione locale, riportata anche da fonti storiche, narra che nell’800 d.C., in questo luogo, si incontrarono Papa Leone III e Carlo Magno, prima che quest’ultimo fosse incoronato imperatore del Sacro Romano Impero.
  • Ribellione della Plebe: A ridosso del ponte, presso la collina del Monte Sacro, si sarebbe svolta la rivolta della plebe (494 a.C. secondo alcuni storici), sedata dal famoso apologo di Menenio Agrippa e dalla concessione del Tribunato.
  • Vicissitudini del XIX Secolo: Nel 1849, durante l’invasione francese, il ponte subì ulteriori distruzioni, con un tratto di 7 metri che venne tagliato, impedendo alle Camicie Rosse di Giuseppe Garibaldi di entrare a Roma. Questi danni furono riparati sette anni dopo, nel 1857, dall’architetto Francesco Fontana.

Da collegamento obbligato a percorso pedonale

Per molti secoli, il Ponte Nomentano ha rappresentato il collegamento obbligato tra Roma e le zone a nord della città. La sua importanza diminuì solo nel 1924, con la costruzione del vicino Ponte Tazio, che unisce Via Nomentana Nuova con Corso Sempione, permettendo alle automobili di proseguire senza deviazioni.

Nel 1997, per timore di lesioni alla struttura, il Ponte Nomentano è stato chiuso al traffico automobilistico, diventando da allora un percorso esclusivamente pedonale. Questo ha permesso un restauro conservativo e un consolidamento della struttura nel 2002. Oggi, il ponte è occasionalmente aperto al pubblico per visite alle sue strutture interne.

Il Ponte Nomentano rimane un gioiello architettonico, simbolo della resilienza e della continua evoluzione della storia romana, un punto strategico che ha plasmato passaggi e incontri per millenni.

1754 – Giuseppe Vasi – Ponte Nomentano “detto anticamente Sacro”
Ponte Nomentano ‘800 – info.roma.it
Ponte Nomentano – fine ‘800 – Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Ponte Nomentano – alluvione del gennaio 1929 – Istituto Luce
Strade Collegate
 Via Nomentana


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