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Colonne idrometriche Porto di Ripetta

Colonne idrometriche Porto di Ripetta

Le piene del Tevere hanno caratterizzato la storia di Roma per oltre 2600 anni. La città è sempre stata soggetta a frequenti allagamenti e alluvioni catastrofiche, a causa di fattori idrologici e antropici. Le colonne del Porto di Ripetta rappresentavano un punto di riferimento storico cruciale per monitorare e documentare queste variazioni di livello. Sulle colonne stesse, o su lapidi ad esse associate, vennero segnate le altezze raggiunte dalle piene storiche.

La Nascita di un Porto Monumentale

Già dal XIV secolo, nell’area antistante la chiesa di San Rocco all’Augusteo, esisteva un semplice approdo utilizzato per lo scarico di merci come legname, carbone e vino. Tuttavia, fu all’inizio del Settecento che Papa Clemente XI Albani decise di commissionare la costruzione di un nuovo porto fluviale di grande importanza e dall’aspetto monumentale. Il progetto fu affidato all’architetto Alessandro Specchi, che si avvalse della collaborazione di Carlo Fontana. L’opera, per la cui realizzazione vennero impiegati materiali di recupero provenienti dalle arcate del Colosseo crollate a seguito di un terremoto nel 1703, fu inaugurata il 16 agosto 1704.

Il Porto di Ripetta, noto anche come Porto Clementino, si trovava sulla riva sinistra del Tevere, a monte di Castel Sant’Angelo. Era il secondo porto fluviale di Roma per importanza, dopo quello principale di Ripa Grande, ed era dedicato principalmente al traffico proveniente dal retroterra umbro, dalla Sabina e dal nord Italia, accogliendo barconi carichi di merci come legna da ardere, carbone, grano, olio, sale e vino.

La struttura prevedeva una larga doppia scalea che scendeva fino al livello dell’acqua. Al centro si apriva un emiciclo con sedili.

La Fontana Centrale

Al centro dell’emiciclo e della scalea si trovava una fontana. Questa fontana, realizzata sfruttando una diramazione dell’Acqua Felice, aveva la funzione principale di abbeveratoio per i numerosi animali da soma utilizzati per le operazioni di sbarco e imbarco delle merci, come i facchini addetti allo scarico di legna e vino.

La fontana centrale del porto aveva una composizione ispirata alle grandi fontane monumentali del secolo precedente, in particolare la Fontana del Tritone e la Fontana dei Quattro Fiumi. Era strutturata in una semplice vasca ovale con bordo bombato, contenente una seconda vasca vagamente cilindrica con bordi scanalati per creare un effetto pioggia. La fontana rimase funzionante fino agli ultimi anni del XX secolo, quando fu privata dell’alimentazione idrica.

Porto di Ripetta: fontana con colonne idrometriche
Porto di Ripetta: fontana con colonne idrometriche. Chiesa di San Rocco sullo sfondo.

Le Colonne Idrometriche

Ai lati della fontana erano poste due colonne con la fondamentale funzione di idrometro per la misurazione del livello delle piene del Tevere. L’uso di ricordare le piene del Tevere con lapidi commemorative, dette “manine”, era una pratica medievale diffusa in diversi luoghi di Roma, e il Porto di Ripetta divenne uno dei luoghi storici di maggiore concentrazione di queste registrazioni. Da quando il porto fu inaugurato nel 1704, i livelli delle piene vennero segnati sulle due colonne di travertino che lo ornavano. Queste colonne registravano il livello raggiunto, la data e il nome del pontefice regnante. Il livello misurato faceva riferimento allo “zero di Ripetta“. I primi dati affidabili risalgono al 1732. Questa funzione passò in seguito a un vero e proprio idrometro, inizialmente incastonato nel muro della banchina del porto nel 1821, poi spostato e collocato infine sul fianco sud della chiesa di San Rocco, dove si trova ancora oggi.

La peggiore inondazione fu quella del 1598 che causò tremila morti, durante la quale l’acqua arrivò a quasi 5 m sopra l’attuale livello stradale. La famosa fontana della Barcaccia di piazza di Spagna, eseguita da Pietro Bernini, coadiuvato dal figlio Gian Lorenzo, voleva ricordare una barca trascinata in quel luogo durante tale alluvione.

Colonna idrometrica Porto di Ripetta con manina
Colonna idrometrica Porto di Ripetta con manina

Il Declino e la Demolizione

A partire dalla seconda metà del XIX secolo, i porti fluviali a Roma iniziarono a perdere importanza, soppiantati principalmente dal trasporto ferroviario. Le frequenti inondazioni del Tevere, come quella disastrosa del 28 dicembre 1870, la maggiore dal 1637, che raggiunse i 17,22 metri a Ripetta, danneggiarono gravemente le strutture e resero impellente la necessità di opere di difesa.

Per proteggere Roma dalle alluvioni, si decise di costruire gli imponenti muraglioni lungo il Tevere. Il progetto prevalente fu quello di Raffaele Canevari. La costruzione dei muraglioni iniziò nel 1875 e segnò la fine del Porto di Ripetta. Il porto fu smantellato definitivamente nel 1893 per far posto ai muraglioni e al Ponte Cavour, la cui costruzione iniziò nei primi anni del secolo seguente.

Il Ricollocamento della Fontana e delle Colonne

Dopo la demolizione del porto, la fontana e le due colonne furono smontate e riposte in magazzino. Successivamente, furono riassemblate, con qualche modifica, nel 1930 nella vicina piazza del Porto di Ripetta, dove il gruppo si trova tuttora, su un rialzo del livello stradale.

Oggi, la fontana e le colonne idrometriche sono l’unico elemento tangibile che ricorda ancora la storia del Porto di Ripetta. Sebbene il porto sia stato demolito, la sua influenza persiste nell’urbanistica di Roma, come dimostra la Via di Ripetta. A immagine del porto, a fine secolo fu edificato lo Scalo de Pinedo, tuttora presente sulla stessa riva a monte, che richiama i motivi architettonici della struttura originaria.

Foto storiche del porto sono pubblicate su: www.trastevereapp.com “Ripetta: Storie di Porto e Ponti”

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