Procedendo sulla Salaria vecchia da Roma verso Rieti, quasi arrivati ad Osteria Nuova, sul lato destro della strada si possono vedere tre blocchi di pietra immersi nella vegetazione. Si tratta di due miliari dell’antica Roma posti al 31° miglio, più un blocco marmoreo tra i due. I due cippi sono spesso attribuiti ad Augusto (o ad età augustea) e l’altro a Giuliano l’Apostata.
In questa località, l’originaria via Salaria, come è possibile vedere ancora oggi lungo qualche tratto, passava una ventina di metri più a ovest della strada “vecchia” attuale.
Le iscrizioni originarie sono quasi del tutto illeggibili, ma possono essere ricavate dal seguente testo tratto dal:
BULLETTINO DELL’IMPERIALE ISTITUTO ARCHEOLOGICO GERMANICO, SEZIONE ROMANA. Vol. XXIV.
ROM LOESCHER & C. – (W. REGENBERG) 1909
LA VIA SALARIA NEI CIRCONDARII DI ROMA E RIETI (N. Persichetti)
Quasi 120 metri prima che si arrivi alla chiesa della Madonna della Quercia, sempre andando verso Rieti, sulla destra si vedono due colonne, la prima più alta, la seconda più bassa, abbastanza conficcate nella terra affinché non cadessero ed in mezzo ad esse giace un grosso monolite calcareo anche lavorato a scalpello.
La prima colonna per quanto ne esce da terra è alta metri 1,60 ed ha il diametro di metri 0,58. E’ di Travertino breccioso, che non avendo una concrezione compatta ed omogenea, non ha potuto resistere fortemente alle intemperie; sicché l’iscrizione che vi fu incisa, in cattivo carattere e con lettere poco profonde, è divenuta quasi illeggibile. Essa reca:

Questa colonna dunque fa parte della serie dei miliari augustei rinvenuti sulla Salaria medesima: LXVIIII al Masso dell’Orso nella Valle del di Sigillo, XCVIIII presso Trisungo sul Tronto e CXXIII nella pianura di Rocca di Morro, nell’Ascolano.
La seconda colonna poi, più piccola e della stessa cattiva qualità di pietra tarlata e di peggiore carattere, sta pure incassata nella terra, dalla quale esce per un’altezza di metri 1,10 soltanto. al diametro di metri 0,43. Reca anch’essa un’iscrizione più lunga e quasi del tutto evanida. conserva Da capo ben visibile il numero XXX! del miglio, Ma del corpo delle epigrafe confesso che ne ho potuto rintracciare soltanto qualche lettera, onde stimo utile riprodurla come il ch. Stevenson potette leggerla e trascriverla.

Tra queste colonne miliarie havvi, come ho detto, nel mezzo un grosso monolite pure di pietra che probabilmente servì per piedistallo o zoccolo di un monumento votivo eretto al XXXI miglio della Salaria. È rettangolare: lungo metri 1,40, largo m. 1,55, alto metri 0,60. Sulla superficie Piana di esso si eleva altro rettangolo più piccolo, ricavato dallo stesso masso, lungo m,95, largo m- 1,25, alto m. 0,20. Probabilmente sul rettangolo superiore poggiava il plinto con l’epigrafe votiva, sventuratamente non più esistente.
Ora io ritengo che questi tre cippi, collocati un tempo presso la Salaria, quando fu costruita più in alto la strada nuova Rieti-Passo Corese, furono rimossi dal loro posto originario e collocati sul limite a monte della strada medesima, onde vi fossero visibili dai viandanti. E così dovette essere, perché le colonne trovanzi rozzamente conficcata in terra, tanto che non cadessero: e l’avanzo del monumento giace così come fu gittato sulla scarpata superiore della detta nuova strada.